Seconda stella a destra, questo è il cammino e poi dritto fino al mattino per arrivare a Sciacca. Già perchè l’isola che non c’è era proprio a largo delle coste saccensi.
Nell’estate del 1831 scosse di terremoto ed emanazione di acido solforico ne annunciarono l’apparizione. I pescatori dell’epoca scambiarono questo fenomeno come l’emersione di un mostro marino. Il 16 luglio emergeva un’isola con una circonferenza di circa 4 chilometri con un vulcano che eruttava lapilli e cenere.
L’isola era appena nata e già tre potenze straniere se ne litigavano il possesso l’Inghilterra, la Francia, i Borboni. Ma l’8 dicembre dello stesso anno, così come era emersa, si inabissò velocemente non lasciando alcuna traccia di essa in superficie.
Lo ha ricordato Enrico Brignano, nella trasmissione “Un’ora sola ti vorrei”, che quest’isola ispirò alla fine dell’ottocento Sir James Mathew Barrie autore del libro Peter Pan e della sua fantastica “isola che non c’è”. Di essa ne parla anche Camilleri nel suo libro “Un filo di fumo e Jules Verne nel suo “Le mirabolanti avventure di mastro Antifer”.
L’isola probabilmente sprofondò perchè stanca delle continue lotte tra le potenze per rivendicarne il possesso, una volta inabissata i saccensi apposero sulla cima dell’isola una targa che recita così:
Questo lembo di terra una volta isola Ferdinandea era e sarà sempre del popolo siciliano.